TERAPIE COGNITIVO - COMPORTAMENTALI
La Behaviour Therapy, concepita da Wolpe (1958), Eysenk (1960) e Rachman(1963) è stata utilizzata prioritariamente per il trattamento dei disturbi nevrotici basandosi sul principio del condizionamento e del controcondizionamento (Pavlov).
Verso la metà degli anni sessanta questo modello ha subito un'evoluzione ad opera di alcuni autori che hanno iniziato a considerare sia gli eventi interni dell'individuo (quindi la loro influenza sui comportamenti manifesti) sia la complessità storico-culturale e relazionale del paziente.
In campo clinico i contributi più rilevanti sono stati forniti da autori come Mahoney, Bandura, Ellis, Lazarus, Beck e altri, i quali hanno elaborato alcune delle tecniche della Behaviour Therapy che, intervenendo sugli aspetti cognitivi, emozionali e comportamentali, forniscono al paziente abilità nella gestione dello stress e permettono quindi di affrontare un'ampia gamma di disadattamenti comportamentali
Fra queste tecniche si possono citare, ad esempio, la Desensibilizzazione Sistematica, il Flooding, la Ristrutturazione Cognitiva, la Terapia Razionale-Emotiva, la Terapia Multimo-
dale, il Problem Solving, il Biofeed-back, la Terapia Assertiva,
la Terapia di Gruppo, l’E.M.D.R.
Ausiliari o collaterali alle tecniche citate sono le procedure di Rilassamento Progressivo di Jacobson, L'Ipnosi e il Training Autogeno.
L'uso dedl follow-up su una casistica significativa permette di considerare tali tecniche valide ed affidabili. Inoltre presentano
il vantaggio dei tempi brevi di applicazione (mediamente circa
20 sedute).